Da quando l'uomo ha scoperto di poter morire, ha iniziato a mettere in cima alla lista dei suoi sogni esistenziali impossibili l'immortalità. Precisamente un po' più in basso della vetta, dopo donne, macchine, soldi, calcio...
Tuttavia sempre di un sogno si tratta, e se i sogni son desideri, io vi mostrerò proprio qui, in codesta sede, che questo desiderio è un male. Un male per voi, per chi vi sta intorno, per chi vi conosce e per chi non vi conosce, per amici e parenti, brutti e cattivi o belli e buoni. Un po' come le sigarette.
Partiamo da un presupposto, da un mattoncino inamovibile, inchiodato sul terreno e al quale verrà ancorata tutta la struttura (daltronde è un espediente usato da ogni filosofo che si rispetti quello di partire da una assurda base da "minchioni"): la vita può essere esprimibile in termini matematico-fisici, quindi calcolabili, nella grandezza dell'"intensità di emozioni". È indubbio che quella che si definisce "una bella vita", "una vita al massimo" è proprio tale per la ricchezza di emozioni (se non siete sul punto di lanciarvi in un fiume con una pietra al collo non potete affermare il contrario), e, se la tipica proporzionalità dell'universo funziona, un gran numero di emozioni può corrispondere ad un minor numero di emozioni più forti.
Bene. Dalla fisica ci viene data la classica interpretazione di velocità come il rapporto tra spazio percorso e tempo. Ugualmente l'intensità elettrica è la derivata della carica sempre sul tempo (come vedete è un elemento fondamentale del nostro discorso).
Utilizzando la prima definizione fornita, proviamo un po' ad utilizzare un tempo infinito nella stessa formula... La velocità sarà 0!
Risultato piuttosto ovvio: aumentando in eterno il tempo a nostra disposizone il più svogliato degli individui precederà ogni sua azione con la frase "perché farlo ora ché ho millenni per farlo?" ed egualmente il più attivo finirà per vivere migliaia di emozioni senza riuscire ad imprimerle tutte sulla pellicola della memoria o con il rischio di scadere nella ripetitività.
Certo, una soluzione potrebbe essere quella di pareggiare l'ordine del numeratore, aumentando in numero luoghi, conoscenze, attività, idee, lavori, hobbies, studi... e la lista sarebbe infinita! Tuttavia, se ne stiamo trovando una soluzione, vuol dire che il nostro desiderio si è trasformato in problema prima ancora di essere esaudito.
Morale della solfa: teniamoci stretti la nostra cara vecchia mortalità, che ormai son quasi 4000 anni che gli dei ce la invidiano!