martedì 28 giugno 2011

Immortaliter?

Da quando l'uomo ha scoperto di poter morire, ha iniziato a mettere in cima alla lista dei suoi sogni esistenziali impossibili l'immortalità. Precisamente un po' più in basso della vetta, dopo donne, macchine, soldi, calcio...

Tuttavia sempre di un sogno si tratta, e se i sogni son desideri, io vi mostrerò proprio qui, in codesta sede, che questo desiderio è un male. Un male per voi, per chi vi sta intorno, per chi vi conosce e per chi non vi conosce, per amici e parenti, brutti e cattivi o belli e buoni. Un po' come le sigarette.
Partiamo da un presupposto, da un mattoncino inamovibile, inchiodato sul terreno e al quale verrà ancorata tutta la struttura (daltronde è un espediente usato da ogni filosofo che si rispetti quello di partire da una assurda base da "minchioni"): la vita può essere esprimibile in termini matematico-fisici, quindi calcolabili, nella grandezza dell'"intensità di emozioni". È indubbio che quella che si definisce "una bella vita", "una vita al massimo" è proprio tale per la ricchezza di emozioni (se non siete sul punto di lanciarvi in un fiume con una pietra al collo non potete affermare il contrario), e, se la tipica proporzionalità dell'universo funziona, un gran numero di emozioni può corrispondere ad un minor numero di emozioni più forti.

Bene. Dalla fisica ci viene data la classica interpretazione di velocità come il rapporto tra spazio percorso e tempo. Ugualmente l'intensità elettrica è la derivata della carica sempre sul tempo (come vedete è un elemento fondamentale del nostro discorso).
Utilizzando la prima definizione fornita, proviamo un po' ad utilizzare un tempo infinito nella stessa formula... La velocità sarà 0!
Risultato piuttosto ovvio: aumentando in eterno il tempo a nostra disposizone il più svogliato degli individui precederà ogni sua azione con la frase "perché farlo ora ché ho millenni per farlo?" ed egualmente il più attivo finirà per vivere migliaia di emozioni senza riuscire ad imprimerle tutte sulla pellicola della memoria o con il rischio di scadere nella ripetitività.

Certo, una soluzione potrebbe essere quella di pareggiare l'ordine del numeratore, aumentando in numero luoghi, conoscenze, attività, idee, lavori, hobbies, studi... e la lista sarebbe infinita! Tuttavia, se ne stiamo trovando una soluzione, vuol dire che il nostro desiderio si è trasformato in problema prima ancora di essere esaudito.


Morale della solfa: teniamoci stretti la nostra cara vecchia mortalità, che ormai son quasi 4000 anni che gli dei ce la invidiano!

lunedì 13 giugno 2011

Calcolo della potenza di un uomo espressa in cavalli vapore (CV)

Manca solo l'approvazione dalla comunità scientifica e l'uomo potrà aggiungere un'altra pagina alla fisica: per la prima volta
è stata calcolata la potenza (in CV) di un uomo.                      
Ovviamente per trattare queste nuove teorie (conoscevamo già le conseguenze e l'importanza di questa rivoluzione) non ci siamo esentati dal servirci di un campione -in tutti i sensi- di uomo che ci fornisse una certa accessibilità di dati e fonti: il pluri-iridato Usain Bolt, il più veloce sul pianeta Terra fra umani e umanoidi.

Passiamo ora alla trattazione scientifica, corredata di formule e linguaggi prettamente fisici.
Abbiamo attinto i dati per il calcolo dalla prestazione fornita dal campione UB durante la finale mondiale dei 100metri piani, gara svoltasi il 16 Agosto 2009 a Berlino.
In quell'occasione UB fece registrare, nel tratto 60m-70m -il più rapido-, un tempo di 0.81 secondi, una velocità di entrata di 12.3 m/s e una di uscita di 12.2m/s. L'accelerazione raggiunta [a=(v1-v2)/t] fu di 0.1234567metri al secondo quadro.
Ma per la massima potenza abbiamo bisogno della massima accelerazione. Tale accelerazione è stata manifestata dal giamaicano nei primi 20 metri (una volta raggiunta la velocità massima alle gambe di Usain è rimasto solo il compito di mantenerla costante), più precisamente nel tratto 10-20, quando è passato da 5.29m/s a 10.1m/s in 0.99 secondi. L'accelerazione risulta quindi di 4,86 m/s^2. Data la sua massa convenzionale di 94Kg, e utilizzando la formula tradizionale della potenza [P(W)=(m*a)*s/t], possiamo verificare che questa vale esattamente 4614,55 W (oltre 300 lampadine a risparmio energetico). Utilizzando l'apposito fattore di conversione [1CV=735W] il centometrista risulta avere una potenza di 6.3 cavalli.

In virtù di questi calcoli abbiamo pensato di inserire nel Sistema Internazionale una nuova unità di misura, pratica per livelli di potenza multipli al comune CV usato per i motori e più aderente al confronto rapido: il Bolt.
Il fattore di conversione è:  1 Bolt = 6.3 CV.

Un neopatentato potrà guidare auto da non più di 10.8 Bolt (ipoteticamente un calesse trainato dagli staffettisti delle nazionali giamaicane, statiunitensi e francesi potrebbe essere accessibile solo dopo il primo anno di patente B).

giovedì 5 maggio 2011

Il lato oscuro.

"Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe com'è, infinita"
William Blake